Sono stata alcuni giorni ospite di una famiglia a Nomadelfia, una comunità completamente autogestita nella frazione del comune di Grosseto.
Qui non si usano i soldi, non esiste la proprietà privata, sono stati aboliti l’uso dei cognomi, i voti a scuola e non sono ammesse liti.

Il nome Nomadefia deriva dal greco adelphia, e significa dove la fraternità è legge.
Il fondatore, Don Zeno, volle fondare una comunità seguendo i principi e valori dei primi cristiani per ritornare ad una “Chiesa delle Origini”, abbandonando l’incoerenza cattolica borghese molto radicata in Italia.
Viene così fondata negli anni ‘60 una città con una vera e propria Costituzione a statuto speciale basata principalmente sulla frase del Vangelo secondo Matteo: “Non vi chiamo ne servi ne padroni”.
Infatti a Nomadelfia non si utilizza denaro, non esiste la proprietà privata, si lavora solo all’interno
della comunità, e nessuno è retribuito.
I lavori più pesanti vengono svolti a turno da tutta la popolazione e riguardano principalmente la terra, quindi agricoltura biologica.
Ci sono poi stalle, un frantoio e un caseificio.

I nuclei familiari vengono raggruppati in gruppi più grandi e condividono i pasti più importanti della giornata.
Si tratta di vere e proprie di famiglie allargate con totale comunione dei beni.

I cognomi sono stati aboliti sostanzialmente per due motivi. Il primo è quello di dare risalto al battesimo. Mentre il secondo è dovuto al fatto che essendoci molti figli in affidamento non si vuole evidenziare la loro diversità di origine.
Nelle case (che sono principalmente dei prefabbricati) non esistono campanelli o cancelli.

A scuola sono stati eliminati i voti per evitare la competizione tra i ragazzi.
È gestita dalla comunità e i ragazzi hanno la possibilità di dare gli esami come privatisti.

Entrare a far parte di questa comunità non è molto semplice. Difatti si diventa nomadelfi dopo un periodo di prova della durata di tre anni. Terminato questo lasso di tempo, se accettati, si firma la Costituzione della comunità sull’altare davanti a tutto il popolo.
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